Lo spazio mentale di forza assoluta.

Molti sperimentano sofferenza emotiva, si sentono oppressi dal sistema, snervati dalle circostanze, schiacciati da mille problemi apparentemente insormontabili. Di fronte all’esasperazione molti manifestano rabbia, odio e ostilità ricorrendo ad azioni di rappresaglia nei confronti dei loro persecutori. Ma sulle lunghe distanze, la rabbia si trasforma spesso in senso di fallimento, stress, paura, ansia, arrendevolezza e afflizione di fronte ad un ineluttabile destino. La vita diventa un calvario e la felicità un miraggio.

Io credo che anche di fronte ad un mondo tirannico che ti vuole prostrare alle sue spietate regole, si possa mantenere uno stato d’animo prospero e vincente.

Hai mai visto il film “V per vendetta”? Non è un film che soddisfa i gusti di tutti, ma a parte le consentite critiche è un film che fornisce interessanti  spunti sulla questione sollevata.

C’è una scena in particolare che vorrei menzionare. Il film si svolge in un contesto dittatoriale in cui regna il terrore. Una ragazza di nome Evey incontra il protagonista V che è il ricercato numero uno dello spietato Alto Cancelliere Sutler. Evey viene arrestata, torturata e rinchiusa in una cella d’isolamento. Lo scopo è quello di estorcerle informazioni su V. Lei non cede pur essendo annientata dallo spavento e dalla disperazione. In prigione riceve attraverso un foro nel muro dei biglietti scritti da una ragazza nella cella accanto. La prigioniera narra di come tutte le persone che amava furono giustiziate dal regime. Dopo alcuni giorni in cui la ragazza si racconta, essa giunge al punto culmine della storia. Spiega che c’era una cosa che la tirannia non poteva toglierle: era quel centimetro di convinzione e di forza d’animo che custodiva in sé e che nessuno poteva infrangere: “Morirò qui, tutto di me finirà, tranne quell’ultimo centimetro. Un centimetro, piccolo e fragile, ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere, non dobbiamo mai perderlo o spenderlo. Non dobbiamo permettere che ce lo rubino”.

Era il centimetro di dignità e di convinzioni mediante cui non aveva arretrato o abbassato la testa di fronte alla persecuzione, un centimetro che nessun uomo poteva sbriciolare.

Da quel momento Evey realizza a sua volta la possibilità di essere intoccabile dalle aggressioni e le umiliazioni. E quando si trova di fronte alla scelta tra svelare il covo di V o di morire giustiziata, con calma, tono fermo e sguardo dritto, rifiuta il compromesso e accetta la sentenza di morte senza esitazione. Ora non aveva più timore, finalmente percepiva con nitidezza la sua forza, ora poteva usare quel centimetro di determinazione e controllo delle proprie emozioni per far fronte ai suoi aguzzini.

Naturalmente è un film, ma quello che accade non è necessariamente una fantasia. Anzi, credo proprio che ognuno possegga quel centimetro di libertà di azione, un centimetro di potenza che può non farsi condizionare dalle vessazioni. Non tutti riconoscono che esiste questa spazio di forza assoluta. Credono piuttosto che i trascorsi traumatici siano più potenti della volontà del presente di frantumare questi blocchi. Altri sono convinti che l’uomo non possa sfuggire alle proprie emozioni o alle circostanze intimidatorie. Ma noi non siamo il prodotto della volontà altrui né la nostra vita o le nostre scelte dipendono da una specie di stampo genetico che ci muta in creature feribili ed indifese. L’umana esistenza non è stata forgiata a partire da ingredienti fatalisti, e se sembra così è perché lo stiamo scegliendo. L’uomo può essere libero anche nelle peggiori condizioni di coercizione. È l’essere umano ad arruolarsi liberamente nell’esercito degli schiavi sotto il dominio delle passioni, dei desideri, della rabbia e del timore.

Il centimetro d’invulnerabilità è quella possibilità che soltanto gli esseri umani possiedono e possono usare volontariamente, è la facoltà di scegliere controcorrente, di essere privati da ogni bene senza barcollare, di essere deprivati perfino della vita senza accettare alcun compromesso. È il libero arbitrio che permette all’uomo di chiamarsi tale, di non accettare le scelte fallimentari che vogliono inghiottirlo e trascinarlo nel baratro della morte dello spirito.

Non è fantascienza: una madre che assiste alla propria casa in fiamme con il figlio dentro si lancia senza incertezze, sfonda gli usci e porta in salvo la propria creatura del tutto indifferente al dolore o alla morte. In quel momento lei sperimenta l’assenza totale di paura o titubanza: sa che può fare quell’azione e lo fa in modo istantaneo. Qualcuno potrebbe dire che è la motivazione a suscitare questo eroismo. Certo, ma cos’è la motivazione? Non è forse un pensiero che si svolge dentro di noi? La forza che manifestiamo dimora in noi stessi. La motivazione è certamente un innesco, ma le risorse che mettiamo in atto sono in attesa di essere sfruttate.

I primi cristiani che venivano buttati in pasto ai leoni nelle arene romane potevano uscire se accettavano di accendere l’incenso. Questo avrebbe significato che riconoscevano che l’imperatore era Dio. Loro morivano piuttosto che rinnegare il proprio Dio. Tolto le opinioni contrarie a questa scelta, possiamo evidenziare una forza che solo una volontà incrollabile può esprimere, il centimetro di potenza assoluta, il centimetro entro il quale ogni emozione è subordinata alla volontà.

Ma gli esempi si sprecano. Pensate alla forza di Gandhi che affrontò impavido la persecuzione degli inglesi per liberare l’India dal loro giogo. Oppure Martin Luther King che accettò ogni sorta di sopruso senza mai retrocedere o mostrare fragilità. Cosa avevano di diverso dagli altri? Un’idea! Loro credevano nel principio della non violenza, della giustizia e dell’equanimità. E per questo non erano disposti a svendersi o a negoziare. Fu quest’idea, quel centietro intoccabile di potenza, e non le circostanze favorevoli o un’impronta genetica facilitante a permettere loro di manifestare una forza d’animo esemplare. Quest’idea è il principio d’innesco del centimetro di forza che ciascuno di noi possiede ma pochi utilizzano. È ciò che fa la differenza tra lo schiavo e l’uomo libero: il primo rinuncia all’utilizzo del proprio potenziale, il secondo lo riconosce e lo addotta nei diversi campi dell’esistenza.

La schiavitù non è fatta di sbarre e catene, ma di menti che si costituiscono prigioniere del fato e delle circostanze disconoscendo le proprie possibilità di scelta.

J. W. Goethe scrisse: “Nessuno è più schiavo di colui che ritiene di esserlo ma non lo è”.

Non è necessario essere sottoposti a grandi sfide per ritrovare le virtù della forza interiore. Nelle diverse condizioni quotidiane in cui veniamo invitati a reagire con violenza e rabbia possiamo fare leva su quel centimetro di padronanza di sé. Quando ci sentiamo affranti, stressati, angosciati o timorosi, dobbiamo ricordare che dentro di noi esiste già il principio che può rovesciare le sorti e soprattutto il nostro stato d’animo; a noi spetta la responsabilità di accettarlo, riconoscerlo, usarlo senza risparmiarsi. Allora la vita migliorerà e le nostre emozioni negative non s’impadroniranno delle nostre emozioni.

Ovviamente, chiunque abbia usato la propria forza controcorrente si è sottoposto al giudizio impietoso del sistema che non apprezza chi si scosta dai suoi valori. Basta accettare anche questo e comprendere che i valori del sistema non sono stati pensati per favorire l’amore collettivo e il benessere della maggioranza. I valori del sistema sono strutturati per persuaderci che la nostra vita dipende dal sistema stesso. Il sistema abbisogna del nostro reclutamento volontario e del nostro supino consenso a pensare in modo rassegnato così da trasformarci in suoi fertilizzanti. Ma è proprio su questo piano che perdiamo il nostro centimetro svendendolo per sporadiche porzioni di sensazioni forti assieme alla decapitazione della giustizia.

Devi dunque ricordarti che anche se tutto sembra contrario al tuo benessere, anche se sei messo alla prova, anche se le circostanze sembrano impedirlo, anche se sei sotto minaccia di morte, anche se rischi di perdere tutto, anche se tutti attorno a te sembrano ostacolarti, tu puoi decidere di non perdere il centimetro d’inviolabilità entro cui ti è possibile mantenere il sorriso e la dignità, un centimetro che può espandersi fino a ritrovare la libertà contro ogni probabilità. Se capisci che è vero, allora hai cominciato ad usare il tuo centimetro.

Per saperne di più sull’argomento leggi “La migliore versione di te stesso

Per imparare a difendere la tua vita vai su: SHILI DO

Articolo a cura di Florian Cortese

Per avere maggiori info sulle tecniche di governo delle proprie emozioni

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