Il bullismo è un comportamento sociale intenzionalmente violento, oppressivo o vessatorio sul piano fisico o mentale che si ripete nel tempo. Solitamente il bullismo fa riferimento agli ambienti scolastici e in altri contesti viene chiamato con altri nomi: mobbing sul lavoro, nonnismo tra le forze armate, cyber-bullismo se si usa la rete.
Il bullismo assume svariate forme: offesa, minaccia, esclusione dal gruppo, calunnia, umiliazione, appropriazione indebita di oggetti, violenza, coercizioni ed emarginazione.
Caratteristiche del bullo
Paradossalmente, il bullo teme più di quanto non sembri. Ha paura di essere scoperto o di essere debole. Perciò cerca di mostrarsi invincibile ed è alla costante ricerca dell’ammirazione di altri. Cerca di reclutare altri poiché si fa forza nel gruppo divenendo più spavaldo.
Teme chi è più forte di lui e ha molta paura di essere ridicolizzato o risultare stupido. La sua leadership diventerebbe di colpo inesistente. Teme di non ottenere attenzioni e di essere compatito. Questa è la ragione per cui egli cerca di far sentire a disagio i più deboli, rinforzando la sua idea malsana di forza e credendo di ricavarne maggior rispetto. Si nutre della paura della vittima e dell’elogio del branco.
Il bullo cerca di compensare la sua carenza di capacità riflessiva e intellettuale con la manifestazione della sua prepotenza. Trae soddisfazione quando ferisce qualcuno perché può sentirsi superiore.
Chi sono le vittime?
A livello mediatico e scolastico viene data molta enfasi al bullo in termini di giudizio e di descrizione. Si dedica tuttavia molto meno spazio alle caratteristiche della vittima. Eppure dovrebbe essere evidente che un predatore cerca sempre un capro espiatorio adeguato alle sue esigenze.
Il bullismo è messo in atto su persone vulnerabili, sensibili, condizionabili, insicuri e incapaci di difendersi. In altre parole una persona diventa vittima sulla base delle sue convinzioni, non della realtà oggettiva. Dico convinzioni poiché la debolezza della vittima è presunta e viene dedotta dal suo comportamento schivo e vulnerabile. Un capobranco non prende mai di mira un suo pari in forza e autorità. Cerca chi può essere sottomesso, chi non sa difendersi e teme il dolore.
L’anti-vittima: i “non bersagli” del bullo
Ci sono persone che il bullo lascia stare. Ecco le caratteristiche di chi non è nel mirino:
Capobranco o leader.
Sicuro di sé, coraggioso, che guarda fisso negli occhi e non arretra – con atteggiamento audace.
Scaltro, con la risposta pronta e indifferente alle provocazioni
Amichevole e simpatico
Forte mentalmente, calmo, controllato, deciso.
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Ruolo dei genitori
Naturalmente il deterrente più potente al fenomeno del bullismo è cambiare l’atteggiamento mentale della vittima e del bullo.
Ci si potrebbe chiedere perché i ragazzi vittime del bullismo manifestano le caratteristiche tipiche della pecora sacrificale agli occhi del bullo.
Qualcuno cerca la risposta più gettonata: è il suo carattere, è nato cosi. Nulla di più falso. Queste caratteristiche si sono sviluppate con un certo tipo di educazione in cui sono state sostenute delle paure e delle profonde insicurezze.
Il ruolo genitoriale ha certamente un alto livello di responsabilità nel proporre ai propri figli modelli di vita che aumentano la percezione di vulnerabilità nella vittima o di indolenza e prepotenza nei bulli. La paura s’impara così come il coraggio. Esse traggono la loro esistenza dai modelli di riferimento e dagli insegnamenti, non solo genitoriali, ma anche mediatici, scolastici e con il mondo dei pari.
L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo. (Nelson Mandela)
Educare significa condurre ad un appropriato livello di maturità sul piano intellettuale e morale; sviluppare, affinare con l’insegnamento o la pratica.
Ma se i figli comandano in casa, se si permette loro di non contribuire alle responsabilità familiari, se non sperimentano il senso del dovere e di appartenenza, se passano il loro tempo libero con giochi, cellulari e tablet, se non praticano esperienze formative nella natura, nello sport e nelle relazioni interpersonali, se si permette loro di usare un linguaggio triviale o di alzare i toni in modo irrispettoso, se sono loro a educare i genitori con i loro criteri, se osservano paure e fobie nell’ stesso nucleo familiare, se vedono litigi, ingiustizie ed aggressività in casa, allora perché stupirsi del fatto che vengono sfornati vittime e bulli?
Quindi la prima cosa da fare è modificare il modello educativo invertendo quanto detto sopra! Certo, per ottenere questo converrebbe fare qualche corso per genitori, sulla comunicazione assertiva e sull’intelligenza emotiva.
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Reagire in modo strategico.
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili” (Lucio Anneo Seneca)
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Ora se tu sei una vittima di bullismo ti chiedo di ascoltarmi bene. Innanzitutto non credere di essere una vittima o debole. Comincia ad agire diversamente, come se tu possedessi le qualità dell’anti-vittima. Puoi farlo, credimi! Devi solo sfruttare i punti deboli del bullo e crearti le caratteristiche che lui cerca di evitare. Ecco alcune strategie che puoi attuare sin da subito:
1. Ignora il bullo, non guardarlo nemmeno, fai finta che non esista.
2. Se questo non funziona, digli “Basta!” in modo molto chiaro e sicuro guardandolo fisso negli occhi, poi girati e allontanati. Il bullo comincerà a dubitare della sua leadership
3.Non farti vedere infastidito, impaurito o arrabbiato. Il bullo adora vedere queste reazioni, le trova molto divertenti. Se tu ti fai vedere calmo e tranquillo e riesci a controllare le tue emozioni, si stancherà presto e ti lascerà in pace.
4.Un’ alternativa è quella di prendere il bullo in parte e parlarci cercando di sottolineare le sue qualità positive. Se è lievemente furbo dovrebbe apprezzare e smettere di attaccarti. Se invece insiste allora metti in pratica il punto 5, 6, 7, 8.
5.Preparati delle risposte divertenti e furbe da dargli davanti ad altri (es: Tu vuoi finire come Dracone, vero? – Certo che il tuo modo di fare il capo è un esempio anche per Orazio Nelson! – Se vai avanti così avrai una vittoria di Pirro). Nota che è altamente probabile che il bullo non capisca nulla e per non cadere in ridicolo se ne andrà via. Ma tu vai a leggere prima chi sono!
6. In pubblico, rispondi agli insulti del bullo. L’essere umiliati in pubblico è il peggior incubo di ogni bullo, perché perderà la sua posizione di predominio su di te. Forse temi la sua reazione aggressiva. Bene, ricordati che durerà poco perché il dolore che proverebbe nel ripetere l’esperienza dell’umiliazione supera il piacere che prova nell’umiliarti.
7. Ridi a tutto quello che dice, e peggiore l’insulto, più forte dovresti ridere. Essi vogliono che tu pianga, non che tu rida. La tua risata sarà disarmante.
8. Chiedi al bullo di ripetere esattamente quello che ha detto. Non se lo aspetta e avrai maggior controllo sulla situazione.
9. Evita di stare da solo in quei posti in cui è probabile che il bullo venga all’attacco.
10. Stai insieme ad altri, anche se non li conosci. Il bullo mira qualcuno che è da solo. Trova degli amici. Sarà molto difficile attaccarti se c’è qualcuno dalla tua parte.
11. Fai esercizi di “aspetto deciso e sicuro” davanti allo specchio. Il bullo prende di mira le persone che gli sembrano timide, riservate, isolate. Se sembri sicuro e deciso il bullo sarà in difficoltà.
12. Usa alcune tecniche di comunicazione assertiva
13. Racconta tutto ai tuoi genitori o ad altre persone (insegnante, bidella, il genitore di un tuo compagno, un tuo amico)
14. Crea un’alleanza con il più disponibile del gruppo dei bulli. Spezzerai la sua gerarchia di potere.
15. Incoraggia chi sta subendo la prepotenza di un bullo a parlarne con gli insegnanti
16. Consiglia a chi ha visto qualcuno fare il bullo con un altro di raccontare tutto agli insegnanti
17. Se non ti senti di parlare con qualcuno, scrivi una lettera spiegando bene la situazione e spediscila alla scuola.
18. Prendi lezioni di difesa personale (sapersi difendere aumenta il senso di sicurezza e il coraggio. E, all’occorrenza, può neutralizzare un’aggressione fisica.
19. Fai esperienze che forgiano la tua forza e volontà: sport, passeggiate, giochi in natura, campeggio, teatro, ballo, lavori in casa, raccolta funghi, equitazione, arrampicata…
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E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti. (Paolo Borsellino)
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Articolo a cura di Florian Cortese