Come migliorare con la Medicina Tradizionale Cinese

Questo articolo è tratto dal “Trattato di Medicina e Psicologia tradizionale cinese – Ed BST” scritto da Florian Cortese.

Yin e Yang sono le terminologie che meglio rappresentano la filosofia cinese. Esse sono, assieme al Tao, il perno attorno al quale è stato costruito tutto il sapere cinese antico. Non a caso lo Yin/Yang è la dottrina che compare per prima nei testi di medicina cinese.
I cinesi osservarono che ciascun elemento in natura possedeva un suo contrario. Si veda ad esempio giorno e notte, luce e buio, fuoco e acqua, mattino e sera, alto e basso e così via. Questa dicotomia investe tutti gli aspetti della natura e della vita umana poiché tutto è divisibile e trova un suo aspetto contrapponibile: dentro e fuori, centro e periferia, duro e morbido, destra e sinistra, gioia e tristezza, amore e odio.
Più che metafisica questa teoria si rifà all’esplorazione di una realtà che i sensi e la coscienza avvertono. Perfino il tentativo di negarne l’esistenza finisce per provarla dato che la negazione ha un suo contrario che è l’accettazione.
Questi aspetti contrapposti costituiscono due lati inscindibili della stessa medaglia. Molte culture antiche evidenziarono questo principio polare: gli ermetici espressero questo concetto attraverso il simbolo “sole” (maschile) e “luna” (femminile). Eraclito (c.a 540-480 a.EV) – forse il filosofo occidentale che meglio si è avvicinato al pensiero cinese degli antagonismi – nominava il contrasto degli opposti per spiegare il divenire.

In origine Yin era il carattere che indicava la parte in ombra della montagna e Yang il lato della montagna illuminata dal sole. Poiché il ragionamento sottostante alla filosofia cinese è guidato dal rapporto analogico, proprio partendo da questa illustrazione è possibile pervenire ad una divisione del creato che rispetti un criterio funzionale.
Per cui, riflettendo sull’idea della montagna è facile intravedere diversi aspetti analogici che vi si associano senza forzare il ragionamento. Ad esempio ciò che è esposto al sole è caldo, illuminato, legato al giorno e al sole, permette visibilità e si dimostra più legato agli aspetti vitali. Il lato illuminato richiama il luogo dove la vita nasce. Ciascuna di queste affermazioni apre una serie di associazioni che interagiscono dal punto di vista analogico, funzionale e sincronico: ad esempio il caldo dilata, velocizza i processi biologici, favorisce la crescita, rende più disponibili e aperti gli essere umani, favorisce sentimenti di gioia, amore e aggregazioni.

Di converso, il lato della montagna in ombra richiama concetti quali la notte, l’oscurità, il freddo, il riposo, la staticità, l’invisibile, luogo dove la vita rallenta e muore. A sua volta il freddo cristallizza (vedi il ghiaccio), rallenta i processi biologici, inibisce la crescita, restringe, porta alla chiusura e alla paura, è associato ai fenomeni statici.
Yin e Yang sono paragonabili a due grossi contenitori concettuali dentro ai quali vengono inseriti tutti gli aspetti della vita, secondo una divisione che tenga conto delle proprietà dinamiche e dell’orientamento energetico.
Da quanto visto finora, si evince che lo Yang è il polo legato alla luce, il polo dinamico, caldo, movimentato e rappresenta il principio maschile (penetrante e diretto come il sole), mentre lo Yin (ombra) è il polo statico, freddo, e rappresenta il principio femminile (ricettivo e indiretto come l’acqua). Su questi ultimi due aspetti tornerò più avanti.

Connotazioni morali in ambito descrittivo

È importante sottolineare la necessità di distaccarsi da connotazioni etiche o morali durante la fase di lettura dei fenomeni. In occidente la divisione del mondo si è imperniata su premesse morali dando vita ad una teoria dualista fondata sullo scontro tra bene e male, buono e cattivo. Con tali presupposti si ritrovano non delle conoscenze, ma delle sentenze.
Il perno della legge Yin/Yang non è il bene/male, ma il rapporto analogico tra le cose partendo da una dimensione bipolare in cui, da un parte troviamo la dimensione del movimento, della luce e del principio maschile attivo e penetrante, e dall’altro la dimensione della staticità, dell’oscurità e del principio femminile passivo e ricettivo. Da quest’ottica notiamo che i fenomeni si presentano e si legano coerentemente con il principio sincronico-analogico. Le espressioni luce, caldo e vitalità, non sono connesse assieme da un’interazione di tipo causale, casuale o morale.
Dall’idea di movimento è possibile associare quella del dinamismo o del fuoco o del calore, ma se invece partiamo dal concetto di bene e male si ottengono associazioni estranee alle correlazioni analogiche, mentre si inizia a rincorrere una linea di ragionamenti variamente articolati sul polo dell’astratto e delle emozioni.
Per esempio, con il perno male/bene è possibile associare al male la menzogna in virtù di un rapporto di similitudine che queste due condizioni richiamano. Si tratta comunque di una lettura convenzionale fondata su di un giudizio emotivo che prescinde dalla natura qualitativa dell’oggetto.
Avidità, cattiveria, diavolo, malattia ed aggressività possono, seguendo questo modello, essere ugualmente associati al male, ma solo per il valore simbolico che gli stereotipi del senso comune depositati nella cultura assegnano a priori. Il loro legame è di natura emozionale in quanto si rifà al versante della loro indesiderabilità e dunque estraneo al concetto di funzione logica/analogica.
Altre volte il perno morale non è nemmeno in grado di fornire informazioni come nel caso della timidezza, del riserbo o della curiosità. In questi casi il meccanismo di lettura s’inceppa in quanto ogni qualità potrebbe ricadere sia in una dimensione di bene quanto di male, a seconda dell’ottica con cui le si vuole leggere. Siamo dunque in una posizione di stallo dove le opinioni contrarie si allineano senza possibilità di prevalenza. Quindi, visto la limitatezza ed instabilità del perno bene/male, tanto vale abbandonarla sin dall’inizio, risparmiando errori grossolani.

Secondo la teoria dello Yin/Yang il bene e il male sono anch’essi soggetti ad una divisione polare alla pari del restante universo; perciò essi non sono concetti dai quali devono prendere il via le valutazioni. La malattia è dunque Yin in rapporto alla sua dinamicità e non ai suoi effetti sull’umore e sull’interpretazione della collettività che ne legge il male, il negativo. Non è contestato l’esito negativo espresso dalla malattia in termini di vissuto personale. Chi è malato soffre e lo vive in una dimensione assolutamente sfavorevole. Tuttavia, dal punto di vista clinico, non è possibile moralizzare un fenomeno, benché nefasto per la vita dell’uomo. La malattia è soltanto l’espressione di una dinamica energetica che coincide con fenomeni fisiologici che nessuno ambisce. Sul profilo interpretativo è definita Yin.
La salute è anch’essa l’esito di una circolazione energetica che diversamente corrisponde ad un quadro che tutti desiderano: la sua espressione è Yang. La volontà dell’uomo di allontanare o di ricercare un fenomeno non definisce la qualità di quest’ultimo. Altrimenti saremo costretti a dire che la pedofilia è bene per coloro che la desiderano e male per quelli che la rifiutano. Il desiderio individuale non può divenire indicatore qualitativo. Solo se assumiamo che malattia e salute sono delle dimensioni energetiche è possibile attuare un piano diagnostico e terapeutico dotato di significato. Se inversamente partiamo dal valore morale della malattia, poniamo le premesse per un totale travisamento tecnico-teorico.

Mi sono dilungato su questo punto poiché la mia esperienza nell’insegnamento mi dice che il criterio dualista/morale – fortemente ancorato nella nostra cultura – rappresenta per i neofiti un grande ostacolo alla comprensione della lettura Yin/Yang e quindi della sua corretta applicazione in campo clinico. Si pensi solo che esistono oggi nell’immenso panorama delle discipline cosiddette “alternative” molte scuole di pensiero che discutono dell’energia negativa e positiva in relazione alla patologia. Questo tentativo di descrivere i problemi fisio-energetici a partire da terminologie morali – perché positivo e negativo applicato ai sintomi sono a carattere morale – è un errore metodologico che ha delle gravi ripercussioni sia nel campo dell’indagine, sia della cura e anche sulla dimensione personale. Dire “energia positiva o negativa” equivale a moralizzare il concetto di energia ed infondere tratti di superstizione. Una tale credenza induce alcuni malati a ricercare che qualcuno dotato di energia positiva possa togliere loro la presunta energia negativa, mentre trascina molti creduti possessori di energia positiva ad attuare una serie di rituali per eliminare le energie negative dei loro clienti.
Tuttavia, dovrebbe essere chiaro che l’energia non è né negativa né positiva. Eventualmente si può parlare di stagnazione dell’energia, di eccesso o di carenza, poiché in questo modo si pongono le basi per un intervento estraneo ad ogni cornice superstiziosa e ad un’azione certamente più comprensibile.

Tornando alla lettura… si cercherà di ripartire i fatti partendo da criteri valutativi quali “movimento, luce e vita” verso lo Yang e “staticità, oscurità e morte” verso lo Yin.
Così facendo potremo agganciare logicamente altri fenomeni alle prime ripartizioni. Vediamone alcuni:

YIN
Staticità – Oscurità – Morte
Freddo
Lento
Passivo
Terra
Interno
Notte
YANG
Movimento – Luce – Vita
Caldo
Veloce
Attivo
Cielo
Esterno
Giorno

Si noti che, dalla semplice condizione espressa dal significato di Yin/Yang, si giunge a formulare alcune dimensioni sulle quali è possibile legare altri fenomeni. Questo permette di procedere in congiunzioni analogiche abbandonando il primo riferimento di cui ci siamo serviti ovvero il lato della montagna in luce o all’ombra. Infatti questi primi concetti abbozzati hanno introdotto delle dinamiche funzionali che permettono l’accesso ad altri ragionamenti. Qualche esempio semplificherà la comprensione.
Se pensiamo all’alto e al basso è difficile stabilire a quale lato della montagna appartengano. La sola idea della montagna non ci consente di associare indubitabilmente l’alto o il basso ad un lato particolare. Tuttavia, ricorrendo alle voci già abbinate, si constata che il sole sta in alto e più ci si avvicina al sole e maggiore è la temperatura, la luce, il movimento. Viceversa più distanti siamo dal sole e maggiore sarà il freddo e l’oscurità. Il basso è dunque legato alle cose interne, profonde, statiche. Il freddo è compagno della staticità, del torpore, del sonno, dell’immobilità, il caldo esattamente al contrario.
Identico ragionamento si può fare per l’acqua. Essa è Yin poiché richiama la staticità, il passivo e l’oscurità. Può rimanere completamente immobile fino alla completa cristallizzazione (ghiaccio), raggiungendo la completa staticità. L’acqua ristagna in basso e s’infiltra nel terreno poiché è pesante, mentre evapora verso l’alto se riscaldata dal sole. Il fuoco invece è impetuoso e incontenibile, la sua fiamma non si può paralizzare e divora qualunque cosa. La fonte di calore primaria deriva dal sole che è in alto, per discendere e scaldare la Terra, dove c’è l’acqua. Il Fuoco è dunque associato all’alto e il suo movimento va verso il basso. In virtù di ciò l’acqua rappresenta una dimensione passiva al contrario del fuoco che è attivo, legato al movimento. Così come la luna riflette i raggi del sole e agisce passivamente e indirettamente, anche l’acqua agisce passivamente aspettando il calore del fuoco (sole) per attivarsi e far crescere la vegetazione o per evaporarsi. Di conseguenza il sole (Yang) ha un ruolo attivo e diretto, mentre l’acqua e la luna assumono un ruolo passivo ed indiretto.

Uomo (Yang), donna (Yin): ci accorgiamo che le stesse leggi che governano il sole e l’acqua, il giorno e la notte, si applicano anche per l’essere umano.
Oltre ad essere più piccola e fisicamente meno forte dell’uomo, la donna, come l’acqua o la luna, ha un ruolo passivo. Essa riflette indirettamente l’attività dell’uomo, accogliendo il suo seme e facendolo maturare internamente (Yin). Gli organi genitali della donna sono interni (Yin) mentre quelli dell’uomo sono esterni (Yang), l’ovulazione avviene anch’essa all’interno a differenza del maschio che manda fuori il suo seme, la gravidanza costringe la donna a rallentare i suoi ritmi (Yin) e l’uomo a prendersi cura della famiglia oltre che a difenderla (Yang) da eventuali pericoli.

L’assunzione che la donna è Yin e il maschio Yang non è assoluta: significa solo che essi dispongono di una prevalenza di caratteristiche Yin o Yang.  Parlando dei due sessi, non si deve vedere nell’associazione donna Yin segni di debolezza o di negatività o nell’uomo Yang segni di forza e positività. Sia Yin che Yang racchiudono ugualmente elementi che il giudizio umano considera positivo e negativo. Perciò nessuno tra i due poli prevale sull’altro in termini qualitativi di buono o cattivo.

L’impostazione femminile tende all’astrazione, all’intuizione, all’interiorizzazione. Diversamente, l’uomo prevale in concretezza e praticità. Si potrebbe arguire che il maschio ha una disposizione più razionale-analitica (Yang), orientata alla risoluzione rapida dei problemi, ma difettando sul versante della prudenza e della misura dell’agire (Yin); mentre la donna ha una tendenza alla ragione istintuale dove la percezione del mondo passa attraverso le sensazioni, i presentimenti, il “fiuto”.

Queste due diverse impostazioni spiegano il motivo per cui molte donne desiderano essere appoggiate psicologicamente da professionisti del settore e perché questa richiesta è più frequente nelle donne che non negli uomini. Infatti, l’incontro con uno psicologo esige un’apertura che coinvolge il profondo (Yin) e le donne sono certamente più bendisposte a “tirar fuori” riconoscendo la propria umana debolezza (Yin). Il maschio sente difficilmente la necessità di “liberarsi” di problematiche interiori e ancor meno di riconoscerle, come se questo echeggiasse come un’ammissione di debolezza. Ci sono naturalmente anche fattori socio-culturali e contestuali alla base della modalità comportamentale che diversificano l’uomo dalla donna. Nondimeno una distinzione a carattere biologico si esprime indipendentemente dai fattori contestuali, fosse solo per la diversa natura sessuale che ha risvolti su molpre propettive: forza, ricettività, capacità di accoglimento, senso di maternità o merno, ascolto, vulnerabilità ecc.

Questa renitenza all’apertura da parte del maschio si spiega attraverso il criterio Yin/Yang: l’uomo è legato al polo della forza (Yang), della difesa (Yang), dell’impulsività; ciò comporta l’auto-percezione di autosufficienza, di invulnerabilità (Yang). Questa errata percezione ha una ripercussione sul comportamento e sull’atteggiamento psicologico, favorendo il polo della iper-semplificazione, del mantenimento delle distanze e del mito della forza da esprimere a tutti i costi. Ne deriva che la forza (Yang) viene utilizzata per nutrire se stessa, allontanando dalla coscienza ciò che sembra minarne l’esistenza. Il maschio guarda dunque alle questioni confidenziali con sospetto, evitando quelle circostanze che invitano la sua apertura ai fatti privati. Non sorprende perciò osservare che mentre le donne sono incline a discutere di fatti personali e pettegolezzi gli uomini preferiscono parlare di sport, automobili e fatti di cronaca. Questo consente loro di difendersi dall’inammissibile fragilità insita in quei discorsi che richiedono l’esposizione di fatti intimi. Farsi aiutare da uno psicologo equivale a riconoscere le proprie componenti Yin, accettare la propria debolezza.

Inversamente la donna sente il bisogno di protezione (Yin), e riconosce il bisogno di essere aiutata. Infatti la sua natura Yin la porta ad essere più cosciente della propria vulnerabilità. Subentra un meccanismo opposto a quello maschile: se l’uomo in virtù di una forza biologica più spiccata accresce il senso di sicurezza e coraggio (Yang), la donna tende a sviluppare timori e insicurezze (Yin). Anche nel caso femminile l’auto-percezione può distorcersi quando gli eventi vengono analizzati con un metro compensativo delle proprie incertezze. Ne risulta una tendenza a complicare i fatti e le situazioni più di quanto lo siano realmente.

Va comunque detto che, in parte, certe paure femminili traggono origine in un ordine biologico naturale: ogni mese il ciclo mestruale e l’ovulazione si presentano sconvolgendo la psico-fisiologia e costringendo ad avere un’attenzione maggiore verso il proprio corpo e le proprie emozioni. Anche il ruolo materno e la stessa gravidanza comportano una maggiore attenzione verso pericoli che possono minacciare queste funzioni.
La donna cerca la stabilità affettiva anche in virtù del coinvolgimento materno che la sua natura impone, e tende quindi a risentire molto delle pressioni sia esterne che interne che minano la stabilità del rapporto di coppia.

Notate questo parallelo: il sole proietta i suoi raggi in modo diretto sulla superficie dell’acqua (il femminile – Luna – Yin), la quale riflette i raggi del sole. Il calore (Yang) scalda l’acqua facendola evaporare; parimenti l’uomo emana la sua luce fecondando la donna. L’azione del sole è diretta (Yang) come tutto ciò che vi si riferisce: raggi, calore…. A sua volta la donna deve fare risplendere la luce del maschio (sole) mediante un’attività indiretta: questa luce si riflette con la maturazione e la crescita del seme nel suo grembo, dando vita ad un figlio. Né il sole né l’uomo possono far germogliare la vita da soli, questo compito spetterà alla terra con la sua acqua e alla donna con il suo sangue. Entrambi dovranno far maturare lentamente ciò che è stato dato loro in via diretta.
Questo esempio ribadisce l’aspetto del profondo e dell’attività interna: il dinamismo biologico della donna è associata al contenimento (Yin), all’introiezione, e questo esalta, rispetto all’uomo, una qualità maggiormente intuitiva e più in rapporto con le proprie necessità interiori. Ciò comporta che la donna, vivendo intensamente il polo delle sensazioni, si fa maggiormente impressionare dagli avvenimenti e ne risente di più emotivamente, mentre l’uomo, legato all’elaborazione ponderale, riesce a viverle con maggior distacco.

L’intuizione (Yin) denota una caratteristica più personale e soggettiva (Yin) perché prende in considerazione la capacità di rapportarsi con eventi svincolati dal calcolo matematico, cioè dai fatti esteriori aperti al mondo del visibile. La razionalità (Yang) ha maggior attinenza con la dimensione impersonale ed oggettiva (Yang), per la sua peculiare funzione analitica.
Alla domanda: “Quale tra queste due opinioni è vera, A o B?” la razionalità tiene conto di dati oggettivi, della logica deduttiva e dei fatti incontestabili che si presentano; l’intuizione opera a prescindere dalla realtà degli accadimenti e si fonda su percezioni implicite, su considerazioni emotive e affettive, su sensazioni “a pelle”. Il razionale dirà: “l’ipotesi “A” o “B” è corretta per la presenza di questi fatti” – l’intuitivo risponderà: “l’ipotesi “A” o “B” è corretta perché sento che è così”.

Destro/sinistro: la razionalità, l’analisi, la logica, il ponderare, il calcolo, il pensiero lineare e l’essere metodici viene gestito dall’emisfero cerebrale sinistro (Yang).
L’emisfero destro (Yin) controlla le emozioni, i piani simbolici e la parte creativa dell’essere umano: l’intuizione, il pensiero analogico e simbolico, la sensazione dello spazio e la percezione della globalità.
Questo potrebbe spiegare perché il destrismo è più diffuso nel mondo, in una società in cui prevale la razionalità.

Vecchiaia/gioventù: l’anziano tende alla lentezza, alla staticità, la sua vitalità è affievolita e rallenta ogni azione per conservare le sue energie; egli va verso la morte e tende ad essere apprensivo per se stesso e nei confronti delle persone che gli sono care; quiete e riposo sono le sue compagne. Il giovane invece si dimostra più dinamico, impulsivo, spavaldo, incostante nelle sue azioni e prese di posizioni, irruente e focoso, tende solitamente ad essere molto attivo, frenetico e vitale, si sposta incessantemente, corre senza riflettere poiché ha la vita dinanzi a sé. Diversamente chi è avanti negli anni medita, intuisce (Yin), si muove nelle situazioni come l’acqua (Yin) senza urtare scogli ma solo avvolgendoli.
L’elasticità (Yang) fisica e mentale è tipica della gioventù (Yang), metaforicamente paragonabile alle fiamme danzanti del fuoco, mentre la rigidità (Yin) è tipica della vecchiaia (Yin) e dell’acqua ghiacciata (Yin).
L’uomo si abbassa di statura mentre avanza negli anni e diventa scarno, cioè va verso lo Yin, mentre il bambino piccolo va verso lo Yang (adulto) e quindi s’innalza in statura e peso.
L’anziano è meno vincolato dai ritmi che il tempo sembra imporre, al contrario del giovane che fa del tempo il fulcro di ogni sua attività. Il tempo (Yang) ha infatti una cadenza, un ritmo, che porta l’uomo alla frenesia. Invece lo spazio si perde nell’infinito: non è più necessario correre quando non esiste un tempo da rispettare. Notate come le caratteristiche del giovane sono tutte Yang e quelle del vecchio tutte Yin se confrontate le une con le altre.
Il gioco delle corrispondenze analogiche è infinito e man mano che gli elementi si associano, il quadro diventa sempre più ricco di descrizioni funzionali.

Anteriore/posteriore: la parte anteriore del corpo è Yin poiché vulnerabile, è la parte che cerchiamo di proteggere dato che l’addome risulta privo di strutture solide. Al contrario la schiena (Yang) serve da scudo, è la parte più esposta ai raggi solari, l’anteriore si può chiudere su se stesso (per dolore o afflizione) contrariamente alla parte posteriore che non può beneficiare di questa facoltà.

Organi (zang) visceri (fu): sono rispettivamente considerati Yin i primi e Yang i secondi. Qui la differenza è anatomo-funzionale: sono considerati organi quelli pieni e con attività continua e visceri quelli cavi con attività discontinua. Gli organi sono Fegato, Cuore, Milza, Polmone e Rene; i visceri invece sono Cistifellea, Intestini tenue, Stomaco, Intestino Crasso e Vescica.
La discontinuità è tipicamente Yang in quanto alterna riposo ad intenso lavoro, mentre la continuità è legata al principio della costanza, della regolarità. Uno stomaco che dovesse lavorare di continuo così come un cuore incessantemente sottoposto a sforzi intensi arriverebbero presto al proprio crollo. Applicato all’essere umano vediamo che il maschio tende verso un’attività discontinua fatta di grandi dispendi energetici alternati a fasi di riposo, un dinamismo riscontrabile anche nell’attività sessuale; viceversa per la donna.

Antagonismo – Complementarietà

Si è parlato dello Yin/Yang sempre in termini di opposizione, cioè ponendo di fronte ad un certo fenomeno il suo diretto contrario. La contrapposizione significa che un fenomeno può essere impedito dal suo opposto: l’acqua spegne il fuoco, la luce annienta l’ombra eccetera.
L’antagonismo è comunque una faccia della medaglia perché i due poli si compenetrano vicendevolmente così da diventare complementari. L’acqua non avrebbe utilità senza il fuoco e viceversa. L’acqua è necessaria per spegnere il fuoco (calore) e quest’ultimo per dare movimento e vita all’acqua, così che una pianta può germogliare soltanto con l’apporto del calore (Yang) e dell’umidità (Yin). La salute dell’uomo o di ogni organismo animale e vegetale non è altro che il frutto dell’equilibrio Yin/Yang, ovvero del “nutrimento” bilanciato della legge della polarità specifica di ognuno. L’uomo si completa con il suo opposto, la donna, e insieme possono dare origine ad altra vita. Isolatamente, nessuno dei due può generare la vita: l’uomo è contrapposto alla donna, ma non possono esistere singolarmente. L’alto non esisterebbe se non ci fosse il basso e viceversa, la destra se non ci fosse la sinistra, la luce se mancasse l’oscurità e così via. Tutto si completa per costituire la totalità.

A. Einstein disse: “La materia è sempre e soltanto energia condensata, l’energia è sempre e soltanto materia liberata”.

Questa frase riassume molto bene il concetto della polarità Yin e Yang nella loro più antica definizione. Ogni attività della vita quotidiana non è altro che un incessante alternarsi dello Yin e dello Yang il cui equilibrio può talvolta essere compromesso, facendo prevalere in modo anomalo l’una o l’altra polarità; quello che un medico occidentale chiama patologia.
Spesso noi ci avvaliamo della legge polare istintivamente, come ad esempio quando si soffre di cefalea (Yang) e si cerca spontaneamente un ambiente buio e calmo (Yin); se abbiamo freddo ricerchiamo il calore o viceversa ricerchiamo refrigerio se fa troppo caldo.
La ricerca spontanea della parte polare che in quel momento risulta deficitaria testimonia il rapporto naturale e istintivo dell’uomo con la legge Yin/Yang

Comprendere il giusto dosaggio polare nei differenti aspetti della vita, significa gestire consapevolmente e autonomamente il processo di guarigione o il mantenimento della propria salute. Naturalmente, questo richiede uno sforzo sia nell’ascolto che nell’applicazione.

Relatività.

Ogni aspetto dello Yin/Yang si suddivide a sua volta in parti sempre più piccoli come un ramo di un albero da cui si dipartono altri due rami e così via. Ogni rametto trova a sua volta un aspetto antagonista. Questo modello è chiamato “dicotomia”. Qualunque cosa analizziamo contiene ambedue le polarità. Ad esempio l’acqua è stata dichiarata Yin in rapporto al fuoco, ma la stessa acqua è costituita da idrogeno ed ossigeno i quali sono potenti combustibili, ovvero condizioni Yang; a loro volta gli atomi di idrogeno si suddividono in particelle più piccole in parte Yang e in parte Yin. Questo vuol dire che un elemento non è mai solo Yin o Yang. La dicotomia introduce lo Yin nello Yang e viceversa rendendo il fenomeno osservato relativo in base al tipo di angolazione con cui lo si esamina. Per esempio, la donna è Yin in rapporto all’uomo. Ma se confrontiamo una donna giovane con un altra più anziana, ecco che le posizioni polari si scambiano dato che l’elemento di confronto non può più essere il sesso ma diventa semmai l’età. La donna giovane sarà Yang e l’anziana Yin. E ancora, se sostituiamo l’elemento di valutazione “età” con “vitalità” potrebbe darsi che l’anziana si dimostri realmente più vigorosa della giovane, e di conseguenza le polarità si invertirebbero nuovamente facendo divenire sotto questo aspetto Yang l’anziana e Yin la giovane.

Quindi la valutazione polare è legata ad una qualità specifica dell’oggetto definita dal suo parametro. Questo concetto potrebbe sembrare inizialmente ostico, ma è solo una questione di allenamento. La lettura della vita secondo la divisione dicotomica cinese non compromette l’identità immutabile delle realtà polari; il giorno e la notte, l’uomo e la donna, ecc., rimangono tali pur essendo parte di un progetto temporale in movimento. La polarità Yin/Yang è un sistema di valutazione che precede l’applicazione clinica o comportamentale. Serve per comprendere il movimento e la natura del mondo, così da conformare la nostra relazione con esso. Alla fine dei conti, anche la medicina tradizionale cinese riconosceva l’esistenza di relatà fisse, si consideri il Tao, concetto che voleva indicare la Via da seguire (Do in giapponese). Il Tao era il principio di verità enunciato anche dai giapponesi con la parola Makoto.
Non si tratta dunque di relativizzare ogni cosa, ma di cogliere le sfumature che portano i fatti, le cose e le persone ad avere una caratteristica o un’andatura più dinamica (Yang) o lenta (Yin).

Capitolo tratto dal “Trattato di Medicina e Psicologia Tradizionale Cinese” scritto da Florian Cortese – Ed BST.

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Trattato di MTC.

Quello che potrai trovare in questo manuale:

Fondamenti Generali della MTC
Yin-Yang
Cinque Movimenti
Cinque Sostanze Fondamentali
I Dodici Zang-Fu – Organi – Visceri
I meridiani – Jing Luo Mai
I Sei livelli energetici
Ciclo Circadiano – Cronobiologia Zang-Fu
Regola mezzogiorno/mezzanotte
Cicli Sheng – Ke – Rae e Metodi operativi dei Cicli
Punti Shu Antichi
I 5 Movimenti e surrogati

Il Trattato di Florian è caratterizzato da un approccio volto a fornire descrizioni accessibili al lettore occidentale. Ogni capitolo affronta la materia sul fronte fisioenergetico, fisico e psicologico in modo da soddisfare le esigenze di chi ama addentrarsi in questioni riguardanti sia il corpo che la mente.

A cura di Florian Cortese

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